[La
Morte di Vermeviola - 1]
[Anno
1250, 24 dicembre - Castello di Boscobolla]
"Vermeviola!"
la voce lo fece voltare all'improvviso.
Il Crociato affondo' la spada nella sua carne. Aveva aspettato il
momento della distrazione di Venceslao, attendendo con spietata
freddezza il momento giusto.
Venceslao senti' la lama attraversarlo, ma non provo' dolore.
Con un pensiero distrusse la mente del portastendardo e poi fisso'
gli occhi del Crociato che esprimevano tutta la sorpresa a vederlo
in piedi e senz'ombra di disagio sul volto.
"Non mi avevano detto che eri immortale!" esclamo' il
Crociato, ritraendo la spada.
Venceslao non apri' le labbra, ma non riusci' a nascondere il pensiero
arrogante che gli si formo' in testa: 'Non lo sono, ma sarai tu
a morire'.
Il Crociato si dimostro' davvero un ottimo Occlumante. Sorrise e
rispose al pensiero sputando la sua sentenza tra i denti: "Lo
vedremo!"
I due
maghi si lanciarono in un duello senza esclusione di colpi, ne'
magici ne' all'arma bianca. La loro furia fu tale che intorno a
loro presto si formo' il vuoto e diversi soldati, sia maghi che
babbani si fermarono per osservare i due colossi che si affrontavano
in un turbinio di incantesimi e sferragliare di spade.
Fu quello il momento in cui Bepo, resosi conto del vantaggio che
quel duello all'ultimo sangue gli stava dando, incito' i suoi compagni.
La furia di Venceslao fece da specchio alla furia dei maghi, che
si lanciarono sui nemici con tutti gli incanti che conoscevano.
Il
sole era alto nel cielo quando la battaglia raggiunse il suo picco.
I maghi che rimanevano in piedi sul campo erano molti di piu' dei
soldati babbani dell'Ecclesia. Questi ultimi, pero', resistevano
con la convinzione di stare combattendo degli eretici, e non accennavano
a volersi ritirare.
Venceslao sapeva di dover contare sulla sopravvivenza di almeno
un manipolo di soldati dell'Ecclesia e dunque doveva porre fine
al suo duello personale al piu' presto.
Il Crociato aveva messo a segno molti colpi con la spada, ma era
stato privato della bacchetta che Venceslao aveva fatto volare oltre
lo strapiombo, incalzando poi il nemico per impedirgli di richiamarla.
Il Fondatore sentiva il suo corpo cedere, nonostante la potenza
della pozione. Ma il suo nemico era messo decisamente peggio. Il
sangue che macchiava copioso la neve dove i due combattevano era
soprattutto del Crociato, e lui non aveva alcuna pozione a sostenerlo.
I suoi colpi si facevano sempre piu' deboli e solo la furia gli
impediva di cadere.
"Perche'?" gli urlo' ad un certo punto Venceslao. "Siamo
fratelli, io e te! Perche' ci combatti?"
Il Crociato non si fermo', alzo' la spada oltre la testa e l'affondo',
mancando pero' Venceslao. "Voi siete corrotti! Tu... Vermeviola...
sei corrotto! La tua e' magia oscura e pericolosa! Questa scuola
ha bisogno di guide illuminate!"
Il Fondatore si difese e affondo' ancora, accompagnando l'affondo
con un altro Crucio. "Non e' stato lanciato neppure un incantesimo
oscuro in questa battaglia!" sentenzio' Venceslao. "Le
tue sono solo scuse perche' vuoi usurpare il mio posto!"
Il Crociato si riebbe dal Crucio e torno' ad attaccare, a denti
stretti.
Venceslao si difese e attacco' di nuovo. "Non ci riuscirai,"
sibilio'. "Perche' non avrai Boscobolla neppure se mi abbatti!"
Venceslao affondo' la lama nel petto dei Crociato. "E comunque...
oggi non saro' io a morire!"
Recupero' la lama e con una veloce giravolta la affondo' di taglio
sul collo del Crociato, decapitandolo.
Il Fondatore non indugio' un attimo, la vittoria non era ancora
nelle sue mani. Infilzo' la testa e la sollevo' perche' tutti la
vedessero. Produsse un Sonorus e urlo': "Soldati dell'Ecclesia!...
E' finita!" Vencelsao avanzo' tra le file nemiche, con i babbani
che gli facevano spazio, terrorizzati alla vista del mago senza
armatura, ricoperto di sangue e con il trucido trofeo. "Ritiratevi
e portate ai vostri generali questo messaggio..." Il mago lancio'
la testa tra le fila dei pochi soldati che rimanevano. "...Boscobolla
non cadra' mai!"
Ci
vollero diverse ore per ripulire il campo di battaglia.
Venceslao Vermeviola rimase in piedi, a gambe larghe, la spada serrata
in mano, fin quando l'ultimo dei soldati dell'Ecclesia non ebbe
recuperato l'ultimo corpo babbano dal campo di battaglia. Bepo gli
si affianco' per dirgli che anche i maghi erano tutti dentro il
castello, i vivi e i feriti, e anche i morti.
Ormai il sole si avviava al tramonto.
Venceslao Vermeviola strinse il braccio del suo allievo.
"E' finita, Maestro," disse il giovane. "Abbiamo
vinto. Li abbiamo respinti."
Il Fondatore annui', e alzo' gli occhi velati sul giovane. Sorrise.
E poi crollo' a terra, esanime.
[Anno 1250, 24 dicembre - Riva del Lago del Diamante Nero]
Lo
avevano vegliato fino all'arrivo della notte. Sulla sabbia scaldata
dall'Imetecus sulla quale era stato deposto, seguendo le sue ultime
volonta'.
Venceslao fissava le stelle sopra di lui. Le sentiva.
E percepiva la presenza dei maghi intorno a lui. La loro potenza
magica.
Sentiva anche il pulsare del proprio cuore, profondo, stanco.
"Boscobolla non cadra' mai!" mormoro' inalando per l'ultima
volta l'aria frizzante dell'inverno carica di resina.
Gli insegnanti e gli studenti di Boscobolla erano pronti a consegnare
il corpo del loro primo preside alle fiamme, ma quando l'ultimo
bagliore del crepuscolo aveva lasciato spazio al buio della notte,
il corpo di Venceslao Vermeviola scomparve, facendosi di sabbia.
Giuseppe Lievore, detto il Bepo, raccolse i vestiti che erano stati
del suo Maestro e guido' gli abitanti di Boscobolla al Castello.
Nulla sarebbe stato come prima, ma Boscobolla era in piedi, le sue
mura neppure scalfitte dall'assalto dell'Ecclesia. E tutti sapevano
che l'eroismo di Venceslao Vermeviola aveva assicurato altri anni
di tranquillita' alla Scuola di Magia e Stregoneria che si ergeva
maestosa ai piedi di Monte Luco.
[Notte fonda, nella Torre di Presidenza]
Seguendo
le ultime volonta' del suo Maestro, Bepo Lievore aveva incantato
il cappello da mago di Venceslao, infondendogli una vita propria,
animandolo con tutti gli insegnamenti che il suo Maestro gli aveva
dato: l'amore per la conoscenza, la pazienza, la fiducia in se stessi,
la costanza... Tutte le caratteristiche di un buon mago che Venceslao
aveva sempre detto di avere imparato dai suoi antichi amici, dai
tre maghi che, con lui, avevano fondato la scuola.
Era nato il primo Cappello Parlante della scuola, che da allora
in avanti avrebbe preso il posto del Fondatore. Se prima era Venceslao
a scegliere la casa di destinazione degli studenti, ora sarebbero
state le magiche stoffe del Cappello a farlo, quasi fossero una
eco della mente brillante e ambiziosa che era stata quella di Venceslao
Vermeviola, il primo preside di Boscobolla.
FINE
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